RENDEZ-VOUS
Infreddolita, pallida, ansimante,
invano t'aspettai, il cuor batteva
forte ad ogni volto di passante
che tu non eri, eppure a te pareva.
La nebbia novembrina già calava
sul fiume, sulla nera mia figura
da musa del Boldini, che emanava
fascino oscuro, beltà senza paura.
Tormentando il bouquet, cercavo un viso
scavato, esangue, e mi chiedea perché
non comparisse, o Guido, il tuo sorriso
lieve, dietro al rigore dei pince-nez.
Pareva torturarti un'ossessione
di morsi sulla nuca e ardenti baci:
lusinghiera, crudele adulazione...
è facile, poetando, essere audaci!
Dove sarai adesso? Che farai?
Vivrai il tormento di saperti atteso
inutilmente, oppure bacerai
rime crudeli sul mio malinteso?
O su cocotte che non potesti amare
e sol per questo amar vorresti adesso:
fantasmi che ti fanno rinnegare
Amalia, e guardar vivere te stesso?
L'accidia di rinunzia dolorosa
che fa di me soltanto “un caro amico”,
un'illusione, una non colta rosa
che tu potresti coglier, maledico.
Mentre percorro mesta il Valentino
ragiono, con un brivido alla schiena,
sulla tua resa al tragico destino
e provo un aspro sdegno e tanta pena.
Io seduttrice, eccentrica, maliarda,
scriverò ancor, da nuovi amori accesa;
superba, come chi sorrisi azzarda
pur nello strazio. Amata e vilipesa.
Guido, a una sola donna cederai,
Signora che di nulla va vestita,
i suoi passi incombenti avvertirai,
e nell'abbraccio le darai la vita.
Nel mio salotto so d'essere attesa
da amici e vanità. Non mi consola.
Io t'amo, Guido. E mai sarò compresa:
sarò per sempre “quella che va sola”.
Marina Rota
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Dal corposo epistolario fra Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti
risulta che nel corso della loro liaison, la poetessa diede appuntamento,
davanti alla Gran Madre di Torino, al poeta che non si presentò.
Il loro fu un rapporto più intellettuale e letterario che 'vissuto',
anche a causa della malattia polmonare di Guido, che, diagnosticata nel 1907, lo stroncò a 33 anni.
Molti sono i riferimenti alle tematiche gozzaniane, e soprattutto alla
rinuncia delle occasioni, alla presenza sempre più incombente della
Morte, dal Poeta anche raffigurata come "Signora vestita di nulla".
La metrica è quella di Cocotte che contiene il celebre, bellissimo verso
"Il mio sogno è nutrito d'abbandono.Non amo che le rose/ che non colsi, non
amo che le cose/che potevano essere e non sono state."
Amalia Guglielminetti volle che sulla sua lapide fossero incise queste
parole "Visse e morì da sola".
Segnalazione di merito per il volume
"IMMAGINE&POESIA - The Movement in Progress" di Lidia Chiarelli, Cross-Cultural Communications New York 2013
"Pioggia d'agosto" - poesia tratta dal volume - è stata letta nella cerimonia di premiazione da Elena Canone.
PIOGGIA D’AGOSTO
“Nel mio giardino triste ulula il vento,
cade l’acquata a rade goccie, poscia
più precipite giù crepita scroscia
a fili interminabili d’argento…”
GUIDO GOZZANO
Profumo di muschio
e di fiori
che il temporale esalta
in questo pomeriggio di agosto.
I rami contorti dei meli
piangono lacrime
di una storia antica.
Mentre cammino nel viale
tra le corolle disfatte
( petali come coriandoli bagnati )
ascolto la musica struggente
che il ritmo della pioggia
compone lentamente
per me.
Lidia Chiarelli
http://lidiachiarelli.jimdo.com/
http://gianpieroactis.jimdo.com/
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