2022 Risultati del Premio Letterario

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Premiati del Concorso Letterario il MELETO di Guido Gozzano 2022

 

XII edizione

Sezione Racconti brevi inediti:

1) Piero Sesia : PROGETTI PER TE

2) Silvana Baldini : MERINGA PICHI CAFFE’

3) Mauro Caneparo : LA CAMPANA D’ORO

 

SEZIONE poesia edita:

1 ) Beppe Mariano : LA GUERRA DI ANNINA E I CAMMINANTI

2 ) Raffaele Floris : LA MACCHINA DEL TEMPO

3 ) Giancarlo Baroni : I NOMI DELLE COSE

 

SEZIONE poesia inedita:

1 ) Pamela Galloni : OMAGGIO A CAPRONI

2 ) Marilena Genovese : IL BOMBO

3 ) Cesare Cuscianna : ANCHE A NOI SI ADDICE

 

 

 SEZIONE scuole: 1) classi II A e D Scuola secondaria di primo grado Don Giuseppe Rossi di Varallo Pombia (No) Insegnante:Professoressa Patrizia Storoni


MOTIVAZIONI

Beppe Mariano

 

In questo suo testo poetico, La guerra di Annina e i camminanti, Beppe Mariano conferma il forte impegno civile che da sempre ha contraddistinto la sua opera di scrittore. Le amate montagne e il Monviso in particolare, sono legate a vicende umane, viste in prospettiva storica, attraverso lo sguardo dei perdenti, degli “ultimi”, per citare Nuto Revelli, i cui drammi, seguiti con trepida attenzione, sono trasposti in un universo poetico in cui la durezza della vita montanara e i lutti portati dalle guerre confluiscono in una sorta di mito moderno, che intreccia insieme fatti tragici e atmosfere fiabesche, sogni o illusioni e dure realtà quotidiane.

 

Una poesia mito-poietica quella di Beppe Mariano: attraverso lo strumento del prosimetro, le diverse sezioni del libro, legate al succedersi delle generazioni dei personaggi, tutti collegati tra di loro, disegnano una sorta di sinfonia poetica e musicale, grazie anche a una scrittura coinvolgente e a uno stile nitido ed essenziale.

 

Prof. Gabriella Olivero


Cesare Cusianni

Cesare Cuscianni, Anche a noi si addice

 

La speranza, come recitava Cardarelli, è nell'opera. Cesare Cuscianni declina questa verità in una (quasi) seria filastrocca, onorando gli interrogativi esistenziali di una pensosa leggerezza.

 

Dott. Bruno Quaranta


Pamela Galloni

Pamela Galloni, Omaggio a Caproni

 

Una poesia che discende per li rami. Un eco di Litania, l'inno di Giorgio Caproni a Genova. Versi, quelli di Pamela Galloni, che hanno il respiro di un'estrema ma intramontabile bella estate, di una incorrotta giovinezza, di un impavido, eppure gentilissimo, intendere la vita. I suoi caratteri sono l'armonia, il passo così rapido così sapientemente meditato, un girotondo di aggettivi che respirano come vele.

 

Dott. Bruno Quaranta


Giancarlo Baroni

I nomi delle cose di Giancarlo Baroni è una raccolta di testi brevi, a metà tra l’epigramma classico e l’aiku giapponese, ma con un più diretto rimando al primo: sia perché sono organizzati in forma di corone, sia perché i temi che svolgono sono quelli caratteristici dell’epigrammistica alessandrina. Incontriamo così versi sulla guerra, la morte, la rappresentazione di opere d’arte, i grandi libri della tradizione. Ma tutta moderna, e tale da disegnare una personalità matura e complessa, è la tensione gnoseologica che li anima. L’io poetante si trova costantemente in una condizione liminare – i confini tra stati, l’agonia e la fine della vita, il margine del libro, la cornice del quadro –, dalla quale guarda con distaccata ironia il mondo e le sue cose, e insieme ne prova nostalgia: Frontiera, Confini, Limiti sono i titoli di alcune di queste poesie, che alludono al passaggio ad un paradiso che non c’è più o non c’è ancora, o forse non c’è mai stato. Ma da questa Zona franca “fra due opposti reticolati”, sopravvissuto non meno che il fantasma che minaccia di tornare ad insultarci dall’aldilà, il poeta interroga, cerca di interpretare, di capire, di rappresentare. In versi di esemplare limpidezza.

 

Prof. Valter Boggione


Raffaele Floris

 

 

Una poesia, quella di Raffaele Floris in La macchina del tempo, di classico nitore ed eleganza, caratterizzata dall’uso esclusivo dell’endecasillabo, per lo più organizzato in quartine, ma con una padronanza tecnica ormai rara nella poesia contemporanea e una varietà straordinaria di soluzioni e ritmi. L’espressione, sempre tesa e incisiva, inserisce il lessico della contemporaneità (emoticon, ad esempio) in un tessuto lessicale quanto mai letterario, senza che si creino disarmonie o fratture. Il tema pressoché esclusivo è quello, fondamentale, del tempo e della morte, che da sempre accompagna l’uomo e la poesia. Ma caratteristico di Floris è l’invito ad Abitare l’ombra, a conquistare quella sapienza che consente di accettare la macchina del mondo e del tempo alla quale non possiamo sottrarci senza ribellione, ma anche senza inerte rassegnazione. I suoi versi si popolano così di creature che appaiono quando la luce viene meno o è assente: falene, lucciole, soprattutto i pipistrelli, “araldi del sapere notturno”, che “disconoscono il tragitto del tempo”. Nella ferma convinzione che “Lacrime ne abbiamo / ancora. E un po’ di terra, un po’ di cielo”.

 

Prof. Valter Boggione


Marilena Genovese

Il Bombo  di Marilena Genovese è una poesia in rima , musicale come una canzone .

Quasi filastrocca  alla Rodari che insegna divertendo con ironia e mai sarcasmo

 

Una poesia che è un andante con brio e assolve alla funzione consolatoria propria della poesia. 

 

Dott. Lilita Conrieri


RACCONTI

Progetti per te

Con una scrittura sciolta e vivace, l’autore racconta di due donne, amiche fin dai tempi del liceo. Una delle due, Alice, ha un fidanzato praticamente perfetto, giovane e benestante, con il “vizio” di salutarla ogni sera alle 22.00 per poi – dice – andare a dormire, cosa che risulta inspiegabile fino al finale a sorpresa… L’idea, pur non essendo del tutto originale, è sviluppata in modo accattivante e, attraverso dialoghi ben costruiti, avvince il lettore fino all’inattesa conclusione.

 

Meringa Pichi-Café

Un racconto semplice e onesto, che con una buona padronanza di scrittura veicola messaggi oggi più che mai attuali: è infatti un vero e proprio elogio alla lentezza, in cui il limite diventa risorsa. Il segreto delle straordinarie meringhe del signor Pichi, inimitabili da chi vorrebbe riprodurle con lavorazioni più moderne, sta tutto nella lentezza inconsapevole con cui lui, a causa della malattia che limita i suoi movimenti, le cucina.

 

La campana d’oro

Un racconto con delle potenzialità molto buone, che meriterebbero persino di essere sviluppate maggiormente, soprattutto per quel che riguarda il finale. Sullo sfondo delle trasformazioni della vita e dei ritmi contadini, la vicenda, sospesa fra il reale e il fantastico, si avvale di una scrittura efficace.

 

 

SCUOLA: fedeltà al Premio ed eccellenza della ricerca e dei risultati.

 

Prof. Mariarosa Masoero/ Dott. Eliana Pollone